Malasanità: errore tecnico nell’esecuzione di intervento di isterectomia
Lo studio legale ha ottenuto il risarcimento dei danni (euro 37.000,00) subiti da una signora di 46 anni, la quale, durante un intervento di isterectomia allargata, a causa dell’imperizia del chirurgo, subiva la lesione chirurgica o da strappo dell’uretere di destra e della vescica, cosa che rendeva necessari ulteriori ricoveri ed interventi chirurgici, i quali lasciavano degli esiti cicatriziali.
Il caso di malpractice
Il caso riguarda una donna di 46 anni, che, a seguito di diagnosi di carcinoma uterino, veniva sottoposta ad intervento di isterectomia allargata (asportazione di utero, ovaie e tube, parametrio e paracolpo).
Dopo l’intervento la donna manifestò incapacità ad urinare e venne pertanto sottoposta a uro-TC, che rilevò la presenza di urina all’interno dell’uretere di destra e della vagina e il radiologo sospettò la lesione del tratto pelvico dell’uretere di destra e segnalò la presenza di una fistola peritoneo-vaginale.
Si rese quindi necessario posizionare un catetere vescicale e la paziente venne successivamente ricoverata per eseguire un intervento di nefrostomia a destra, al fine di far fuoriuscire l’urina dal rene. La cistoscopia evidenziò la fistola uretero-vaginale e la lesione dell’uretere destro e fu posizionato uno stent.
Durante la convalescenza si manifestarono delle complicanze, a causa della dislocazione dello stent e la paziente venne nuovamente ricoverata per la rimozione dello stent.
Ci fu, infine, un altro ricovero, durante il quale vennero eseguiti ulteriori accertamenti diagnostici, per poi trattare chirurgicamente la lesione dell’uretra e della vescica con ureterocistostomia (abboccamento chirurgico dell’uretere con la vescica).
Fortunatamente l’intervento e il decorso post-operatorio non ebbero complicanze, ma residuarono una cicatrice laparotomica dall’ombelico alla regione sovrapubica lunga 14 cm e altre cicatrici alla regione lombare destra e alle fosse iliache.
Le conseguenze dell’imperizia dei sanitari
Il consulente medico legale di parte, esaminati i dati anamnestici e clinico documentali, ravvisò un errore tecnico nell’intervento di isterectomia allargata.
Il consulente precisava che il verbale dell’intervento non segnalava particolari difficoltà operatorie, ma che in realtà, nella fase di esposizione dei visceri, vi fu la lesione chirurgica o da strappo dell’uretere di destra e della vescica stessa. Ciò spiega la successiva formazione di fistola con spandimento di urina nella vagina e la necessità della nefrostomia e dell’esecuzione dell’ureterocistostomia.
Il consulente medico legale accertava quindi che, oltre al danno biologico temporaneo conseguito ai numerosi ricoveri, vi fu un danno biologico permanente, rappresentato dagli esiti cicatriziali chirurgici e dal laparocele, quantificabile orientativamente nella misura del 13%.
La trattativa stragiudiziale e la definizione del sinistro
Avuto il parere favorevole del consulente di parte, lo studio Wise formalizzava una richiesta di risarcimento danni all’azienda sanitaria responsabile, cui seguiva l’apertura del sinistro da parte della compagnia assicurativa e l’invito a visita dell’assistita.
Dopo la visita di controparte, lo studio avviava la trattativa stragiudiziale con il liquidatore della compagnia, trattativa che si concludeva in tempi rapidissimi, una settimana appena, con una transazione e con un risarcimento danni di euro 37.000,00, oltre alla rifusione delle spese legali.
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